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Studio di comunicazione

di Cristiana Gattoni

Torino/Milano

Oggi su Tustyle il mio articolo sulla Barbie. Cosa ho scoperto scrivendolo

Cristiana Gattoni • feb 08, 2022

Essere o non essere Barbie? La domanda non è oziosa, visto che la bambola Mattel è la più venduta al mondo e, di conseguenza, finisce nelle mani di milioni di giovanissime donne.

Quando mi è stato chiesto di scrivere un articolo sulla Barbie - è appena uscita la capsule collection di Balmain x Barbie, una roba da andare via di testa - ho pensato: «Oddio la Barbie, non ne so quasi nulla». Nella mia vita ne avrò avute tre o quattro, chieste per non sfigurare con le amichette più che per reale interesse. Non ero un maschiaccio: avevo decine di bambole e peluches. Non era una questione ideologica (nel 1982 avevo 6 anni, nessuno poteva farne una questione ideologica nei leggerissimi anni Ottanta). Semplicemente, boh? Non lo so. Non mi interessava. Tra i miei ricordi di giovinezza spunta una banalissima Barbie Fior di Pesco e poi una che muoveva le braccia da sola schiacciando un pulsantino (l'unica che ho conservato, mi sembrava un qualcosa di tecnologicamente avanzato).
Così, non sentendomi molto in sintonia con l'argomento Barbie, ho chiesto ai miei contatti Facebook di raccontarmi le loro, di storie. E per me è stata una scoperta: ho ricevuto vocali lunghissimi di amiche quarantenni che si ricordavano tutti i modelli di Barbie avute. Mi hanno raccontato su Messenger storie di Barbie fritte, di Barbie idolatrate, di case della Barbie fatte su misura da amici falegnami perché quella originale era da sfigate, di scatoloni di Barbie conservati come reliquie sacre, di Barbie e Ken, di vestiti della Barbie cuciti amorevolmente da decine di nonne, mamme e zie votate alla causa, di Barbie lasciate in eredità alle figlie, di Barbie con il caschetto al posto dei boccoli, di Barbie rifiutate perché viste come un gioco inutile, di tutte le amichette della Barbie, delle macchine rosa shocking della Barbie, dei nuovi modelli della Barbie che “peccato non avere più l'età per comprarle”, della plastica delle Barbie (peggiorata rispetto agli anni Ottanta - che volete? Tutto era meglio negli anni Ottanta). E molto altro. Non ne ho inserita nemmeno una di queste storie, nel mio articolo: ma sono state un aiuto preziosissimo per capire perché quei 200 grammi di plastica contano (e hanno contato) così tanto per così tante donne.

Dunque si può pensare alla Barbie come modello per legioni di giovani donne dalle Boomer alla Generazione Alpha? In realtà la questione credo sia molto più complessa di così, e non è stata mia pretesa trattarla in maniera esauriente nel mio articolo. Di certo l'impressione è che la Barbie abbia ormai passato gran parte della sua esistenza a togliersi di dosso la nomea di bionda scema con gli occhi azzurri, gran fisico e zero cervello (che volete? è una bambola, mica Paris Hilton). E quindi sono arrivate prime le Barbie astronaute e avvocate - ma una Barbie impiegata delle poste? con partita iva senza un soldo in tasca e le occhiaie? - poi le Barbie di tutte le size, infine le Barbie sulla sedia a rotelle e con la vitiligine. Da mamma di un bambino quattrenne, credo sia interessante questa cosa dei giochi che rappresentano un po' di tutto. D'altro canto non posso che concordare con la giornalista e scrittrice Fabiana Giacomotti - grandissima fan della Barbie con cui ho avuto una bella conversazione a riguardo - quando ipotizza che questa cosa dell'inclusività ci sia sfuggita un po' di mano

In conclusione, io non so se la Barbie sia stata o sia "fisicamente” un modello a cui fare riferimento. Non so se abbia fatto venire i complessi a chi aveva le gambotte non proprio chilometriche. Sono quasi certa che non abbia causato nemmeno mezzo caso di anoressia, malattia talmente complessa e stratificata che attribuirla a un modello sbagliato è, sinceramente, ridicolo. 

Di certo ho capito due cose: che vestire la Barbie è un gioco complesso e affascinante, come mi ha spiegato la designer Eliana Lorena. E che la parità dei sessi ce l'avremo quando - andando a comprare un giocattolo per mio figlio - troverò Thor con la vitiligine e Spiderman in sedia a rotelle.


Quanto alle storie che i miei contatti hanno condiviso con me, in realtà una l'ho riportata nel mio articolo. Ma me l'ha raccontata un uomo. Se volete leggerla, c'è Tustyle in edicola.

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