Facendo una rapida ricerca nella storia delle classifiche, credo di poter affermare che l'ultimo scontro in vetta tra gli Abba e Diana Ross risalga al 1980: la pop band svedese era uscita con il singolo Super Trouper, la diva della Motown con la mitica Upside Down. Erano gli anni della disco music, ma non solo: erano gli inizi dei favolosi, leggerissimi, ricchissimi e un po' cazzeggioni anni Ottanta.
Oggi è tutta un'altra storia: arriviamo da quasi due anni di pandemia, di digiuno dal dancefloor (specialmente noi italiani, in altri posti del mondo si balla, con le dovute precauzioni e vari pass) e in generale si potrebbe dire che l'umore dell'Occidente non sia proprio al top. Anche per questo motivo, il ritorno di questa schiera di ultra-settantenni mi piace molto: sia perché entrambi i dischi sono super tosti, mica robetta per accalappiare nostalgici o per finire sotto l'albero di Natale. Sia perché, pur diversissimi nello stile, sembrano volerci dire tutti la stessa cosa: non bisogna mai smettere di far tremare il dancefloor.
Il mio articolo sul ritorno di Diana Ross è su
Tustyle in edicola questa settimana.