PRESS TO GO

Studio di comunicazione

di Cristiana Gattoni

Torino/Milano

Aspettiamo tutti di sapere quale sarà il destino dei concerti in Italia

Cristiana Gattoni • set 22, 2021

Negli Stati Uniti e in UK si torna a ballare sotto i palchi (grazie a green pass o certificazioni simili). In Italia invece le disco sono chiuse e i concerti si fanno solo con capienze ridotte, seduti e distanziati. Nei prossimi giorni il Governo dovrebbe valutare la riduzione di questi limiti. Incrociamo le dita?

Damiano dei Maneskin che fa stage diving su una folla di 40mila fan, urlanti e privi di mascherina. Oltre 385mila persone strette sotto al palco per vedere Foo Fighters, Miley Cyrus e Megan Thee Stallion all’edizione 2021 del Lollapalooza. I Gorillaz e Liam Gallagher dal vivo alla O2 Arena (al chiuso!). Le tende ammassate nel campeggio del festival di Reading (l’elenco potrebbe continuare, ma ci fermiamo qui). Non sono lontane reminiscenze della nostra esistenza pre-pandemica, ma tutte cose successe nel mese di agosto sul pianeta Terra (la patria, fino a prova contraria, del pop e del rock'n'roll - nel dettaglio si trattava del Belgio, di Chicago e del Regno Unito). Tutte cose che, a causa delle restrizioni in vigore, in Italia non ci saremmo nemmeno potuti sognare: «È quasi impossibile organizzare concerti nel nostro Paese, e l’estate lo testimonia: la maggior parte degli eventi sono stati fatti in perdita, salvo i casi in cui gli organizzatori erano enti pubblici», mi ha spiegato Vincenzo Spera, presidente di Assomusica.

Ma quali sono queste famose limitazioni? Oltre all’obbligo del green pass, il decreto legge in vigore dal 6 agosto prevede, per gli eventi all’aperto, nessun limite di capienza fino a 5mila spettatori (oltre i 5mila, il limite è del 50% del numero massimo di persone consentite). Discorso simile per le location al chiuso, dove però il limite è di 2500 spettatori, oltre i quali la capienza non può superare il 35% di quella massima. In entrambi i casi – imponendo posti a sedere preassegnati e distanziamento fra non congiunti – la normativa di fatto rende impossibile organizzare, ad esempio, uno show di 2.500 persone in una venue da 2.500 persone: ce ne vorrebbe una molto più grande, ma i costi da sostenere a fronte dei biglietti venduti non sarebbero sostenibili. Ti sembra complicato? Di certo lo è per tutto il mondo che ruota intorno alla musica - artisti e maestranze - che sta affrontando una catastrofe: se nel 2020 il calo del fatturato era stato circa del 97%, nel 2021 le cose non vanno affatto meglio: «Con tutto il lavoro dell’estate, siamo all’1% di quello che era il fatturato annuo del 2019», mi ha raccontato Spera. Quanto all’autunno-inverno alle porte, le previsioni non sono confortanti: in attesa di tempi migliori, moltissimi artisti hanno deciso (sono stati costretti?) a far slittare i tour alla primavera 2022. Tra questi, Achille Lauro, Sfera Ebbasta e Mahmood (l’elenco è probabilmente destinato ad allungarsi. «Abbiamo a disposizione degli strumenti che permetterebbero di poter fare i concerti in sicurezza: i green pass. Guardo fuori dall’Italia e vedo che si può fare, evidentemente quando ci sono la volontà e l’attenzione verso un settore, le soluzioni si trovano», ha twittato il cantante di Soldi, esasperato dal terzo rinvio delle sue date. Quanto alle super star internazionali, chissà quando riusciranno a tornare nel nostro Paese?

«In Italia, se non è lirica è intrattenimento. E l’intrattenimento, va da sé, è superfluo. Oltretutto, parlando di concerti, non è nemmeno un intrattenimento in grado di generare business come il calcio. Una soluzione? Bisognerebbe iniziare a riconoscere i luoghi dove si fa musica dal vivo come presidi culturali, al pari dei musei», propone Gianluca Gozzi, direttore artistico del Todays, uno dei pochissimi festival che hanno ravvivato l’estate italiana, tra l’altro forte di una line up con molti artisti stranieri. Quando gli chiediamo una previsione da addetto ai lavori per i prossimi mesi, fa un esempio: «Todays è il festival della città di Torino, il maggiore investitore è la città, ovvero un ente istituzionale che non ha la necessità di creare profitto: grazie a questo, ad esempio, ci siamo potuti permettere di spendere una cifra enorme in tamponi (obbligatori per tutte le maestranze, ogni 48 ore, oltre al green pass, ndr). Ma un imprenditore privato - penso a tutti i locali, per l’autunno - non può permetterselo. Se le cose non cambiano, questo mondo non può sopravvivere».

 

L’ultimo a esporsi pubblicamente, nel tentativo di puntare i riflettori sulla situazione, è stato Cosmo, super produttore e cantante da sold out al Forum di Milano: il suo sogno era quello di organizzare La prima festa dell’amore, un live all’Arena Parco Nord di Bologna con posti in piedi e senza distanziamento (accesso con green pass), una sorta di "esperimento” per riflettere tutti insieme - artisti e politici - sulla fattibilità di questo genere di eventi. Si sarebbe dovuto svolgere l’1, 2 e 3 ottobre, ma alla fine è saltato tutto (su IG le sue considerazioni e tutta la sua delusione).


La musica, tutta quanta, è cibo per l’anima (lo diceva Platone, mica un cantante rock qualsiasi). Speriamo di non restare affamati ancora per troppo tempo.



Articolo in parte pubblicato su Tustyle il 21 settembre 2021.

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